sabato 21 gennaio 2017

Lazarus al King's Cross Theatre


Lazarus è uno degli ultimi progetti a cui David Bowie si sia dedicato prima di morire, una sorta di sequel de L'uomo che cadde sulla terra. Debuttato un mese prima della morte di Bowie, Lazarus ha registrato il tutto esaurito a New York e nell'autunno 2016 ha aperto i battenti anche a Londra. A pochi giorni dalla fine delle repliche, ecco la mia recensione. 

Thomas Jerome Newton vive in solitudine nel suo attico, piangendo un amore perduto da tempo. Le cose sembrano cambiare quando assume Ellie, una nuova assistente, e quando comincia a vedere una ragazza misteriosa, decisa ad aiutarlo a tornare sul suo pianeta in un razzo/bara. Ma sulle tracce di Thomas si mette il crudele assassino Valentin...

Questo non è un riassunto, ma tutta la trama del musical. E, capirete, che se spalmata su 100 minuti di spettacolo il risultato può essere un po' scarno, per non dire limitato, per non dire noioso. La trama di per sé, grazie alla scrittura di Enda Walsh, è anche interessante ma decisamente troppo poca per uno spettacolo di questa lunghezza e, di conseguenza, la produzione è ricorsa alla strategia preferita per tutti i juke-box musical: farcire il musical di canzoni, anche se non c'entrano niente con la trama. E così tanti classici di Bowie ci sfilano davanti: da Life on Mars a Love is Lost, da Valentin's Day a All the young dudes, da Sound and Vision a Hello Mary Lou e così via. Alcune calzano a pannello. Altre non c'entrano assolutamente niente.

Sophie Anne Caruso e Michael C. Hall

Per carità, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Il musical è visivamente stupendo, il grande regista Ivo Van Hove ha conferito al tutto una qualità onirica e lunare che si sposa perfettamente con lo spirito dell'opera e dà consistenza ai vaneggiamenti del testo. Anche il cast è di primissimo ordine, in particolare la "Girl" della giovanissima Sophie Anne Caruso. Nel ruolo che fu di Bowie troviamo Michael C. Hall (Dexter) in quella che è forse la performance migliore della sua carriera: sentita, intensa, vocalmente solida. Certo, dove Bowie era androgino, Hall trasuda mascolinità e questa differenza si rispecchia anche nella voce: sono due tipi molto diversi, fisicamente e vocalmente, ma la performance di Hall cattura la disperazione di un grande artista. Molto bravo anche in un ruolo minore il sempre eccellente Michael Esper (Valentin).

Lazarus sembra quasi essere una versione dark de Il piccolo principe, una profezia della morte di Bowie, un'allucinazione da overdose di ecstasy o un semplice nonsense scritto per dare sfogo a una certa pretenziosità degli autori. Sono certo che gli appassionati di Bowie troveranno una ragione a questo musical, ma gli altri possono anche evitare di tentare.

In breve. Produzione intrigante e non priva di meriti di un musical solo per fan sfegatati di Bowie.

★★★

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